I ricercatori della University of Kentucky hanno scoperto come i livelli di alcuni biomarcatori potrebbero aiutare ad identificare i pazienti esposti al rischio di sviluppare una osteoartrite post-traumatica entro 15 anni dalla lesione del legamento crociato anteriore (ACL). Questa spada di Damocle penderebbe infatti sul capo di tutti i pazienti con lesioni del ACL, sia che siano stati sottoposti ad intervento chirurgico sia che abbiano seguito un trattamento conservativa. Durante l’American Orthopaedic Society for Sports Medicine’s (AOSSM) Specialty Day a San Diego è stato illustrato come un modello sviluppato tramite regressione lineare tenendo conto dell’origine demografica e dei biomarcatori di alcuni pazienti sottoposti ad intervento chirurgico del ACL potevano spiegare con accuratezza la variabilità dei valori del KOOS-QOL (Knee injury and Osteoarthritis Outcome Score – Quality of Life) a due anni di distanza dall’intervento. I risultati ottenuti durante lo studio hanno messo in luce come alti livelli di degradazione del collagene sono associati ad esiti peggiori per il KOOS-QOL dopo due anni dall’intervento; da ciò hanno quindi dedotto come i cambiamenti biochimici iniziali avvenuti dopo la lesione possono influire notevolmente sul ginocchio lesionato, indipendentemente dalla stabilizzazione chirurgica. Per questa ragione sarebbe opportuno condurre uno studio sulle strategie di trattamento di supporto dopo la lesione del ACL, specialmente nelle pazienti con alti livelli di CTX-II.
5 aprile 2017
Biomarcatori per il monitoraggio della lesione del legamento del crociato anteriore e la prevenzione dell’osteoartrite post-traumatica
Biomarkers on the Day of ACL Reconstruction and Sex Predictive of Knee-related Quality of Life at 2-year Follow-up
Latterman C., Jacobs C.A., Whale C. et al.
The American Orthopaedic Society for Sports Medicine, Mar 2017
http://www.sportsmed.org/aossmimis/Members/About/Press_Releases/SD2017ReleaseD.aspx