Quest’anno la National Osteoporosis Foundation (NOF) ha ricordato alla comunità scientifica l’importanza di promuovere il picco della massa ossea e gli stili di vita che lo migliorano. Questi ultimi, infatti, influenzano per il 20-40% il picco di massa ossea nell’adulto. Pertanto, l’ottimizzazione di corretti stile di vita finalizzati a questo scopo, è una strategia importante volta a ridurre il rischio di osteoporosi o una bassa massa ossea in età avanzata. Il documento, basato sulle prove di efficacia, è stato suddiviso in diversi paragrafi nei quali vengono analizzate le conoscenze acquisite sul tema sin dal 2000: valutando i fattori che influenzano lo sviluppo del completo potenziale genetico della massa ossea; analizzando come favorire lo sviluppo della massa ossea durante l’intero arco della vita grazie alla scelta di corretti stili di vita; spiegando alcune delle lacune ancora da chiarire dalla ricerca; identificando le strategie da applicare per il miglioramento della condizione attuale. In conclusione la NOF raccomanda dunque uno stile di vita che favorisca lo sviluppo del picco della massa ossea sin dalla più giovane età fino all’adolescenza; l’assunzione di calcio e la pratica di un’attività fisica, soprattutto nell’ultima parte dell’infanzia e nel periodo della peri-pubertà poiché critici per lo sviluppo osseo; di prestare attenzione agli effetti che i macronutrienti ed i micronutrienti hanno sull’osso durante l’adolescenza; di seguire le linee guida federali per l’assunzione di nutrienti e sull’attività fisica, facendo attenzione ai comportamenti che invece hanno degli effetti nocivi.
24 ottobre 2016
La National Osteoporosis Foundation (NOF) ha diffuso un documento sul picco della massa ossea ed i corretti stili di vita
The National Osteoporosis Foundation’s position statement on peak bone mass development and lifestyle factors: a systematic review and implementation recommendations
C.M. Weaver, C.M. Gordon, K.F. Janz, J.M. Lappe, et al.
Osteoporosis International, Apr 2016, 27, 4, 1281-1386
http://link.springer.com/article/10.1007/s00198-015-3440-3