Nel 1995 lo studio SUPPORT (Study to Understand Prognoses and Preferences for Outcomes and Risks of Treatment) ha coinvolto oltre 4000 pazienti e documentato i notevoli limiti nel trattamento di pazienti ricoverati con gravi patologie. Conseguentemente, la necessità di migliorare il trattamento della malattia nello stadio avanzato, ha portato gli specialisti in cure palliative a divenire i nuovi portavoce di un sistema che desidera migliorare la qualità della vita ed alleviare i sintomi (fisici e psicologici) sia dei pazienti con gravi patologie sia delle loro famiglie. Negli ultimi 20 anni i programmi di trattamento palliativo hanno visto una notevole diffusione con lo sviluppo di linee guida e l’inserimento di personale specializzato nell’ambito ospedaliero, come supporto ai servizi di consulenza oberati dalle richieste. Ad oggi, tuttavia, sembra che i servizi offerti non siano sufficienti ad affrontare le numerose e crescenti domande al sistema sanitario. La carenza di personale addetto ai trattamenti palliativi è notevole, la possibilità di accedere a questi servizi dipende dai Centri a cui si fa riferimento e le metodologie di riferimento rimangono sfumate, con numerosi pazienti ed operatori sanitari maldisposti verso l’uso di questi servizi anche quando disponibili. Se l’iniziale esperimento dei trattamenti palliativi è servito a definire il loro ruolo e la necessità di migliorare la qualità delle cure nei pazienti terminali, i futuri programmi dovranno focalizzarsi su una loro maggiore diffusione all’interno del sistema sanitario e sullo sviluppo di politiche nazionali volte a promuovere una diffusione universale di trattamenti sanitari di elevata qualità. Senza queste prospettive risulta infatti improbabile riuscire a migliorare il vissuto dei pazienti con gravi patologie.
16 ottobre 2015
Le prospettive delle cure palliative
The next era of palliative care
Y. Schenker, R. Arnold
JAMA, Sept 2015
www.jama.com