La concentrazione del recettore delle neurotrofine p75 nelle urine dei pazienti potrebbe essere presto utilizzata come indicatore prognostico per il futuro sviluppo della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Stephanie R. Shepheard e colleghi analizzano in un lavoro pubblicato sulla rivista Neurology come i livelli di p75 potrebbero essere utilizzati per porre fine alle difficoltà incontrate dai ricercatori nello sviluppare delle opzioni terapeutiche per una patologia che, al giorno d’oggi, è letale e incurabile. Grazie alla loro capacità di predire la futura progressione della malattia, l’uso di biomarcatori prognostici nello studio della SLA offre numerosi vantaggi (es: distinzione maggiormente specifica ed omogenea dei pazienti o determinazione degli effetti farmacodinamici). La decisione di fondare questo lavoro sul monitoraggio dei livelli del dominio extracellullare del recettore delle neurotrofine p75 (p75ECD) all’interno di campioni di urine è dovuto principalmente a due fatti: anzitutto, questi livelli sono notoriamente elevati nelle urine dei pazienti affetti da SLA rispetto agli individui sani; secondariamente, l’aumento di p75 urinario nei topi SOD1G93A è stato dimostrato essere caratteristico dello sviluppo di questa malattia. I risultati ottenuti dai ricercatori dimostrano come il saggio del p75ECD conferma le considerazioni precedenti sulle concentrazioni maggiori nei campioni dei pazienti affetti da SLA; dunque si può considerare il test analiticamente valido e promettente nel ruolo di biomarcatore per la SLA, sia da un punto di vista prognostico che per la valutazione della progressione della malattia e della farmacodinamica.
5 maggio 2017
Scoperto un potenziale indicatore prognostico per la progressione della SLA
Urinary p75ECD: A prognostic, disease progression, and pharmacodynamic biomarker in ALS
Shepheard S.R., Wuu J., Cardoso M. et al.
Neurology, Mar 2017
http://www.neurology.org/content/88/12/1137.long