“Un famoso motto latino dice: sanguis vita vitae, il sangue è l’essenza della vita. … a testimonianza dell’interesse che il sangue ha sempre suscitato. Basti pensare che era ritenuto, da alcuni, la sede dell’anima; che il sangue delle vittime sacrificate veniva offerto in dono agli dei nel corso dei riti propiziatori; che i guerrieri di certe tribù bevevano il sangue dei cadaveri dei loro nemici per trarne forza”(1). Ai giorni nostri l’interesse per il sangue e la sua trasfusione si è concentrato in maniera significativa sui donatori di sangue, sulla preparazione e la conservazione del sangue e sulla ottimale pratica trasfusionale. Gli Autori di questo articolo, il cui primo Autore è il Dott. Nareg Roubinian, ricercatore presso il Research Institute, the Kaiser Permanente Division of Research, e la University of California, San Francisco (UCSF), hanno voluto capire meglio l’interazione tra questi fattori sui valori dell’efficacia trasfusionale dei globuli rossi (RBC). A tale scopo hanno condotto un’analisi dove hanno correlato i dati del donatore di sangue e dei componenti con dati dei pazienti che hanno ricevuto singole unità di globuli rossi trasfusi tra il 2008 e il 2016. Sono stati analizzati i livelli di emoglobina prima e dopo le trasfusioni di globuli rossi e ad un intervallo di 24 e 48 ore dopo la trasfusione. L’impiego di specifici modelli statistici ha permesso di esaminare gli incrementi di emoglobina dopo la trasfusione di RBC tenendo conto delle caratteristiche demografiche di donatori e riceventi, metodo di raccolta del sangue, soluzione additiva impiegata, irradiazione gamma e durata della conservazione. Sono stati collegati i dati di 23.194 destinatari di trasfusioni che hanno ricevuto una o più trasfusioni singole unità di RBC con le caratteristiche demografiche e componenti del donatore. A termine di questo complesso lavoro di elaborazioni è stato rilevato che il sesso del donatore e del ricevente, lo stato di Rh-D, il metodo di raccolta, l’irradiazione gamma, l’età del ricevente e l’indice di massa corporea e i livelli di emoglobina pretrasfusionale erano predittivi in maniera significativa degli incrementi di emoglobina. Complessivamente, le caratteristiche demografiche dei donatori di sangue, i metodi di raccolta e di elaborazione del sangue e le caratteristiche del ricevente hanno costituito una variazione significativa negli incrementi di emoglobina correlati alla trasfusione di globuli rossi. Il modello statistico impiegato consente di prevedere i cambiamenti nell’emoglobina utilizzando le caratteristiche del componente del donatore, e del livello del paziente. Gli Autori ritengono che tenere presenti questi fattori sarà fondamentale per le future analisi dei fattori donatori e componenti, inclusi i polimorfismi genetici, sugli incrementi post-trasfusione e sugli altri outcomes dei pazienti.
(1) F. Cappi: La trasfusione del sangue dalle origini ai nostri giorni. Caleidoscopio letterario n. 7. Giugno 1992. Editore Medical Systems SpA.