Le informazioni contenute in questo sito sono destinate in via esclusiva agli operatori professionali della sanità in conformità all'art. 21 del D.Lgs. 24 febbraio 1997, n. 46 s.m.i e alle Linee Guida del Ministero della Salute del 17 febbraio 2010 e successivo aggiornamento del 18 marzo 2013. AccettoMaggiori informazioni

10 gennaio 2017

DIAGNOSTICA DELLE CANDIDOSI: AGGIORNAMENTI e SVILUPPI

candida-6

Le infezioni fungine, specialmente quelle acquisite in ambito ospedaliero, rappresentano un fenomeno complesso che è sempre più andato crescendo negli ultimi decenni fino a costituire una importante causa di morbosità e mortalità, specialmente in particolari classi di pazienti quali ad esempio gli immunocompromessi.

Le micosi invasive si sono imposte come un emergente e grave problema di Sanità Pubblica sia in termini di ospedalizzazione che in termini di costi. L’aumento dell’incidenza, riscontrato in particolare nelle unità di Terapia Intensiva, si è verificato per il continuo accrescersi della popolazione a rischio di contrarre questo tipo d’infezione e per l’emergere di nuove specie fungine.

Questo andamento si è mostrato correlato in maniera diretta e significativa con gli sviluppi della terapie farmacologiche e, in modo particolare, con l’impiego eccessivo e a volte sconsiderato di antibiotici ad ampio spettro.

Ad oggi sono riconosciute circa 200.000 specie fungine, di cui circa 200 clinicamente rilevanti per l’uomo. Molte di queste specie vengono considerate opportuniste, essendo microrganismi che generalmente in soggetti sani non provocano alcuna patologia ma che, in soggetti debilitati o con sistema immunitario compromesso, possono essere causa di diversi quadri patologici.

Un ruolo molto importante è svolto dalle specie di Candida che sono le principali responsabili delle infezioni fungine nell’uomo; generalmente commensali, esse possono diventare capaci di svolgere una azione invasiva e patogena qualora si indeboliscano le difese immunitarie dell’ospite, provocando varie manifestazioni cliniche che vanno dalle numerose forme superficiali (candidosi orali), a quelle sistemiche come la candidemia.

Tra le specie di Candida patogene per l’uomo quella più rappresentata risulta essere Candida albicans e, per la sua importanza in ambito clinico, è stata studiata più estesamente rispetto alle altre specie  C. albicans è un importante patogeno opportunista, ha una sviluppata capacità di adattamento e può cambiare la morfologia, da blastospore a pseudo micelio, a ife vere e proprie adattandosi ai cambiamenti che avvengono nel microambiente di crescita. C. albicans può essere responsabile di infezioni in qualunque sito anatomico. Tali infezioni possono essere classificate come superficiali, localmente invasive o disseminate.

Tuttavia l’incremento dell’incidenza delle candidosi è stato accompagnato dall’emergenza di specie diverse dalla albicans , che in taluni casi sono arrivate a superare questa come specie più frequentemente isolata dai siti colonizzati infetti.

Inoltre l’impiego a volte indiscriminato di alcuni  tipi di farmaci antifungini nei trattamenti terapeutici ha favorito lo sviluppo di alcune specie resistenti.

Grazie ad un continuo miglioramento nelle terapie e con l’avvento di nuovi farmaci, pazienti per i quali un tempo si riscontrava una prognosi sfavorevole (es. trapiantati, malati di AIDS, pazienti sottoposti a chemioterapia antitumorale) possono ora sopravvivere più a lungo pur essendo maggiormente vulnerabili ad un’ampia gamma di patologie quali le micosi invasive.

E’ chiaro quindi come un riconoscimento preciso dell’agente etiologico e la sua caratterizzazioni siano fondamentali, ai fini clinici, per l’adozione tempestiva di idonee terapie e, ai fini epidemiologici, per la ricostituzione della catena di trasmissione fino alla individuazione di serbatoi, sorgenti e veicoli di infezione per impedire l’ulteriore diffusione.

La diagnosi di candidosi invasiva e candidemia si basa sulla combinazione di dati clinici e di laboratorio. Segni e sintomi utili in un paziente a rischio possono essere la comparsa di febbre senza altra causa, sepsi o lesioni cutanee metastatiche che vengono però riscontrate solo in pazienti neutropenici.

Per la diagnosi della candidosi sono oggi disponibili diversi metodi che vanno dal metodo tradizionale fenotipico  ai più moderni test molecolari. Le indagini di laboratorio includono tre tipi di ricerca: microbiologica, istopatologica ed immunologica. Un esame microscopico del campione clinico può portare ad una rapida diagnosi.

Il protocollo diagnostico tradizionale per l’isolamento e l’identificazione della Candida spp. comprende:

  • Esame microscopico diretto del materiale in esame (a fresco e dopo colorazione)
  • Isolamento in coltura
  • Identificazione di genere e di specie

Le tecniche microbiologiche e sierologiche convenzionali, nonostante le molteplicità di metodi disponibili in commercio,data la varietà delle specie coinvolte e la diffusione delle farmaco resistenze difficilmente consentono una diagnosi precoce con l’esatta classificazione in tempi brevi. Per questo motivo attualmente si ricorre sempre più spesso a tecniche di biologia molecolare , capaci di garantire diagnosi pi corrette e tempestive attraverso l’analisi del genoma e delle proteine.

Tutte queste indagini possono essere però attivate solo dopo che sorge il sospetto diagnostico.

Per questo rimandiamo ad un interessante ed originale articolo

Cytographic changes on BC-6800 Haematological Analyzer related to the presence of Candida albicans in peripheral blood. A new tool to suspect candidemia?

Antonio La Gioia,1 Alessandra Devito,2 Fabiana Fiorini,1 Maria Bombara,3

Patrizia Isola,3 Barbara Spinale,2 Lucia Francioni,1 Domenico Salamone,1

Paola Marelli,3 Sabrina Buoro,4 Marcello Fiorini3

recentemente pubblicato su J Clin Pathol 2016; 0: 1-6

 

http://www.medicalsystems.it/wp-content/uploads/2017/01/Cytographic-changes-on-BC-6800-Haematological-Analyzer-related-to-the-presence-of-Candida-albicans-in-peripheral-blood.pdf

dove viene evidenziato come il sospetto diagnostico possa derivare dalla semplice esecuzione di un test di emocromo sull’analizzatore Mindray BC-6800.

La Tecnologia esclusiva dell’analizzatore Mindray BC-6800 si è rivelata un valido ausilio per l’individuazione di QUADRI CITOGRAFICI predittivi di SEPSI da CANDIDA.

Il semplice ESAME EMOCROMOCITOMETRICO effettuato sull’analizzatore Mindray BC-6800 consente, secondo quanto dimostrato, una rapida individuazione del quadro patologico con possibilità di un intervento terapeutico precoce.

Il Nuovo lavoro pubblicato dal Dr. La Gioia e dalla sua equipe  segue importanti precedenti pubblicazioni e riporta i risultati dello studio clinico condotto per evidenziare i cambiamenti citografici sull’analizzatore Mindray BC-6800  indotti dalla presenza  nel sangue periferico della Candida albicans. Le interferenze causate dalla presenza del lievito nel  sono stati studiati simulando una sepsi in vitro. A questo scopo, quantità differenti di C.albicans sono state aggiunte al sangue periferico per similare la sepsi che, in vivo, è caratterizzata dalla presenza di lieviti sia extra che intracellulari internati per fagocitosi. Ogni campione è stato testato sull’analizzatore BC-6800 diverse volte.  Le variazione quantitative e citografiche sono state valutate parallelamente alla revisione microscopica dei campioni analizzati . Lo studio, approvato dal comitato etico locale del centro in cui sono state effettuate le prove, è stato condotto in accordo con la Dichiarazione di Helsinki.