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18 febbraio 2019

PARAMETRI POSIZIONALI CELL POPULATION DATA

Posizionali

 

Gli analizzatori più evoluti sono in grado di fornire dei citogrammi bi – o tridimensionali ove vengono rappresentati i cluster corrispondenti alle popolazioni analizzate.

Ciascun cluster, formato dagli eventi corrispondenti alle cellule che lo costituiscono , occupa una ben definita posizione, individuabile dalle rispettive coordinate x e y in caso di citogrammi bidimensionali, x,y e z  nel caso di mappe tridimensionali.

L’interesse  per questi nuovi parametri  attualmente  è indirizzato essenzialmente verso le popolazioni leucocitarie.

Nell’ambito della serie bianca tali coordinate, in condizioni fisiologiche, possiedono dei valori caratteristici sia come indice di centralità (valore medio) che di dispersione (DS).

In condizioni patologiche i cluster cellulari possono subire degli spostamenti e/o delle variazioni  conformazionali in base a cambiamenti dimensionali, strutturali o funzionali che caratterizzano la condizione patologica e ciò si riflette sui valori di questi indici posizionali.

L’eventuale presenza di cellule immature o atipiche (IG, Blasti, linfociti atipici, linfociti reattivi) determina la comparsa di “cluster” aggiuntivi o la deformazione degli stessi.

L’analizzatore Mindray  BC-6800 PLUS, misura i globuli bianchi (WBC) e la formula leucocitaria in citometria a flusso in fluorescenza, rilevando il

  • VOLUME tramite Forward scatter (FSC)
  • LA COMPLESSITA’ INTERNA tramite Side Scatter (SSC)
  • L’INTENSITA’ DI FLUORESCENZA tramite Side Fluorescence (SFL)

 

Il  segnale fluorescente è ottenuto tramite il legame di coloranti (CIANINE ASIMMETRICHE)  con gli acidi nucleici della cellula.

Le caratteristiche fisiche dei WBC  espresse graficamente sui CITOGRAMMI e trasformate in  informazioni numeriche, attraverso il valore medio e gli indici di eterogenicità di distribuzione , rappresentano oggettivamente i VOLUMI e i CONTENUTI CELLULARI.

In particolare sull’analizzatore Mindray  BC-6800 PLUS  vengono forniti

NEU-X    NEU-Y    NEU-Z

LYM-X    LYM-Y    LYM-Z

MON-X   MON-Y  MON-Z

dove

X identifica  la complessità

Y  identifica il contenuto di DNA

Z  identifica la dimensione

Questi dati numerici QUANTITATVI, automatici e standardizzabili , in associazione ai flags di allarme, possono essere utilizzati nella definizione di regole decisionali interne al laboratorio.

Essi  possono indicare con immediatezza e precisione lo scostamento dalla normalità e consentono un follow-up più immediato in diverse condizioni patologiche.

Ad oggi l’applicazione di questi parametri si è rivolta principalmente alla diagnostica della sepsi e delle mielodisplasie.

In corso di infezione batterica, i granulociti neutrofili hanno evidenziato un aumento del valore medio del volume  e una diminuzione del valore medio di scattering  rispetto ai controlli, suggerendo per il primo una “left shift maturation” e una modifica della granularità citoplasmatica e della morfologia nucleare per il secondo.

Nel caso delle mielodisplasie  la microscopia ottica  evidenzia alterazioni morfologiche con alterazioni nucleari (iposegmentazione/forme Pseudo-Pelger, ipersegmentazione, nuclei ad anello, variazioni densità cromatinica, estroflessioni cromatiche) e citoplasmatiche (iper o ipogranularità, vacuolizzazioni). Nella routine ematologica è importante individuare e segnalare i campioni che presentano tali anomalie, quali possibili spie di disordini ematologici.

Con l’utilizzo della citometria automatizzata studi preliminari su campioni che presentano alterazioni morfologiche di tipo displastico  (prevalentemente displasie a livello nucleare – ipersegmentazione , forme pseudo pelger, nuclei picnotici, ma anche citoplasmatiche – vacuolizzazioni, ipergranularità, ipogranularità) evidenziano a carico della popolazione dei neutrofili una diminuzione significativa del volume cellulare – FCS -, incremento significativo del valore medio della fluorescenza-  e non evidenziano variazioni del valore medio della complessità interna –SSC. Si rilevano significativi aumenti inerenti i parametri di dispersione NE-X –NE-Y –NE Z.

 

Poiché questi parametri posizionali sono strettamente metodo-specifici  e ad oggi non esistono materiali per VEQ , la loro standardizzazione appare difficile e questo rappresenta il principale limite al loro utilizzo routinario.

Ogni laboratorio che intenda utilizzare questi dati all’interno di regole decisionali deve provvedere alla definizione degli intervalli di riferimento per il metodo in uso e a una valutazione della stabilità di questi parametri , in quanto l’anticoagulante potrebbe modificare le caratteristiche dimensionali e strutturali delle cellule interessate.