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16 maggio 2016

TEST DI IMMUNOSOTTRAZIONE SU CAPILLARE

ID 4 foto 16-5-16

La ricerca di una Componente Monoclonale (CM) e la sua successiva tipizzazione viene eseguita con tecnica Elettroforetica sia in fase solida (gel) che in fase liquida (Capillare). Esiste una consuetudine dei laboratori italiani di eseguire il test delle proteine su Capillare ed esame di secondo livello in agarosio con tecnica di Immunofissazione.

Tuttavia, da alcuni anni sono numerosi i laboratori che utilizzano il sistema capillare anche per determinare il tipo di immunoglobuline che compongono il clone utilizzando gli antisieri anti G, A, M, Kappa e Lambda direttamente a bordo della macchina. Tale test viene denominato Immunosottrazione in quanto, dopo la reazione con i vari anticorpi del campione (siero o urina), il tracciato originale può presentare degli ammanchi, delle “sottrazioni” di materiale, per cui la curva è modificata.

Nella figura 1 viene riportato un tipico tracciato raffigurante una Componente Monoclonale in zona Beta2. Come si può vedere, il tracciato originale del campione viene “intaccato” dagli antisieri anti-G e anti-Lambda e pertanto la curva risulta essere più bassa anche rispetto alle curve generate dagli altri antisieri.

Questa caratteristica di mantenere il codice colore degli antisieri nel grafico è peculiare del sistema V8.

Da qualche tempo il software Platinum si è arricchito di una nuova funzione che prevede una visione della reazione anticorpale più marcata e quindi più semplice da interpretare. Tale funzione permette di mettere in una unica schermata sia il campione originale che le curve generate dalla reazione tra il campione ed i singoli antisieri. La grafica che se ne ricava è molto efficace nell’analisi della Tipizzazione del campione gratificando il cliente per la chiarezza di immagine.

Il risultato è illustrato nella figura 2. Il campione è un M-Kappa. Non induca in errore  l’immagine della reazione con l’antisiero Anti-G in quanto il “vuoto” presente in zona gamma è caratterizzato dalla scomparsa delle G policlonali mentre il picco di colore verde è sceso verso l’asse X ma rimane integro. Quindi nessuna reazione monoclonale.

Il test è reso semplice sul sistema V8 in quanto esiste un alloggiamento dedicato agli antisieri che vengono mantenuti nei loro flaconi a temperatura costante di 15° (figura 3).

Tale temperatura limita moltissimo l’evaporazione tanto è vero che gli antisieri possono essere utilizzati diverse volte. Anche questa soluzione è una caratteristica peculiare del sistema V8.

Sembrerebbe quindi tutto semplice, ma non è sempre così! Infatti, si può usare il test di Immunosottrazione su Capillare per le Componenti Monoclonali ben evidenti sul tracciato, mentre per quelle piccole (<1 g/L) il limite è visivo, dato dalla impossibilità di sovrapporre un tracciato con CM e di riuscire a distinguerlo da uno Normale.

In generale, i sistemi capillari sono dotati di una maggior sensibilità nella rilevazione delle CM, ma mostrano prestazioni inferiori all’AGE nella tipizzazione delle piccole CM (Khalil, Righetti, Marini, Graziani. Biochimica Clinica 2014, vol. 38, n. 4). Pertanto è necessario fare una selezione dei campioni, al fine di dirottarli in base al grafico su Capillare (evidenti CM) o su sistema per Agarosio (piccole CM).

In conclusione, il test IFE su gel rimane ancora il gold standard; tuttavia, l’Immunosottrazione su Capillare ha l’indubbio vantaggio di poter svolgere una routine in tempi estremamente brevi senza intervento dell’operatore.

E di questi tempi, con scarsa presenza di personale nei laboratori, è davvero una gran cosa!