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18 maggio 2016

EBV MAGLUMI: UN PANNELLO UNICO IN AUTOMAZIONE

ebv

E’ disponibile sugli analizzatori SNIBE MAGLUMI un pannello veramente completo per la diagnostica sierologica dell’infezione da Epstein Barr Virus. Si tratta di 6 diversi kit per la ricerca degli anticorpi di classe IgG, IgA o IgM rivolti verso diverse componenti antigeniche del Virus:

MAGLUMI EBV VCA IgG – cod. 130215003M – 100 test
MAGLUMI EBV VCA IgA – cod. 130215004M – 100 test
MAGLUMI
EBV VCA IgM – cod. 130215005M – 100 test
MAGLUMI
EBV EA IgG – cod. 130215001M – 100 test
MAGLUMI
EBV EA IgA – cod. 130215002M – 100 test
MAGLUMI
EBV NA IgG – cod. 130215006M – 100 test

Si stima che l’infezione causata dal Virus di Epstein Barr, responsabile della Mononucleosi Infettiva, detta anche “malattia del bacio”, infetti circa il 90% della popolazione occidentale, prevalentemente durante l’infanzia e spesso con decorso asintomatico. Il Virus penetra nelle cellule B, nella maggioranza dei casi tenute sotto controllo dal sistema immunitario, ma in soggetti geneticamente predisposti o in concomitanza di abbassamento delle difese immunitarie le cellule infettate riescono a moltiplicarsi e a insediarsi in vari distretti corporei.

L’interesse del medico per l’EBV non si limita solo al quadro clinico della mononucleosi infettiva ma comprende anche altre patologie meno frequenti ma non meno importanti quali il carcinoma nasofaringeo o alcuni linfomi a cellule B.

Il Virus di Epstein Barr è stato scoperto nel tentativo di trovare la causa di un linfoma, il più comune tumore che colpva i bambini di alcune regioni dell’Africa centrale. Tale sindrome clinica era nota, retrospettivamente, ai clinici e ai patologi già all’inizio del XX secolo, ma solo nel 1958 Dennis Burkitt la descrisse dettagliatamente definendone le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche. Nel 1962 lo stesso Burkitt suggerì che tale linfoma potesse essere causato da un virus. Nel 1964 Epstein e Barr e Pulvertaft riportarono contemporaneamente su Lancet il primo tentativo di produrre linee cellulari linfoblastoidi da campioni di biopsie di linfoma di Burkitt. Successivamente furono trovate, in sezioni sottili di tali linee cellulari, particelle virali morfologicamente simili al gruppo degli Herpes virus.

L’EBV appartiene alla famiglia degli Herpesvirus (sottofamiglia Gammaherpesvirus), chiamato nella nomenclatura ufficiale Herpes Virus umano 4.  Gli Herpesvirus hanno la caratteristica di poter rimanere latenti a seguito di un’infezione primaria apparentemente guarita.  A distanza di tempo, specialmente negli individui immunocompromessi, l’infezione si può riattivare determinando conseguenze e sintomi diversi rispetto a quelli dell’infezione primaria.

Come gli altri virus erpetici, l’EBV una volta penetrato nella cellula può vivere allo stato latente o represso, cioè non induce la produzione, nei linfociti infettati, di particelle virali, e non provoca la morte della cellula ospite.

Il  virus non causa malattia nella maggior parte dei portatori, tale pacifica coesistenza pare sia dovuta all’interazione dell’immunosorveglianza dell’ospite con l’espressione delle proteina virali. L’EBV è però associato a vari tipi di tumore, in maniera di gran lunga superiore a quella di tutti gli altri Virus. Principali malattie che sono state associate all’EBV sono come detto il Linfoma di Burkitt, il Carcinoma nasofaringeo, il linfoma di Hodgkin, il carcinoma gastrico e anche la Sclerosi Multipla. E’ recente l’associazione tra presenza di cellule infettate e la Sclerosi Multipla: nelle cellule B delle lesioni infiammatorie è stata infatti rilevata la presenza del Virus di Epstein Barr. Numerosi studi sono in corso.

Una corretta diagnosi è importante per evitare ulteriori indagini non necessarie o prevenire complicazioni nei casi di persistenza dei sintomi tipici dell’infezione. Oltre ai classici test per la ricerca degli anticorpi IgG e IgM verso l’Antigene Capsidico Tissutale, è disponibile un ampio pannello MAGLUMI che comprende anche kit per la ricerca di due tipi di Anticorpi di classe IgA, importante per i centri specialistici che vogliano eseguire un’indagine approfondita.

I kit per il dosaggio delle IgA (VCA IgA e EA IgA) sono utilizzati in particolare per lo screening del carcinoma nasofaringeo: è dimostrato infatti che la presenza e l’aumento di questi anticorpi sono associati a questo tipo di tumore, molto diffuso in alcune zone del sud della Cina ma anche nell’area Mediterranea. Addirittura, l’aumento dei livelli di IgA sembra precedere l’insorgenza del tumore di 1-5 anni.