I ricercatori Piazza e Ridker si sono recentemente chiesti se non sia opportuno rivalutare l’opinione che si ha del tromboembolismo venoso (VTE). Questa condizione è comunemente ritenuta una malattia con una rapida comparsa ed un breve decorso. Tuttavia i pazienti con VTE idiopatica sono ad alto rischio di recidiva, con un tasso che supera il 50% nell’arco di 10 anni; i pazienti con VTE non idiopatica rischiano comunque una recidiva con un tasso di oltre il 20% in 10 anni. Inoltre, un rapporto della Danish National Registry of Patients ha dimostrato che i pazienti affetti da VTE hanno una mortalità maggiore nei 30 anni successivi alla comparsa del trombo e, durante questo periodo, l’embolia polmonare rimane una delle cause principali di morte. Da queste valutazioni ed altri dati riportati in letteratura, i ricercatori discutono perché secondo loro la VTE non vada considerata una malattia trattabile con alcuni mesi di terapia anticoagulante ma piuttosto un patologia cronica che necessita di un trattamento antiinfiammatorio a lungo termine.
22 giugno 2015
Una rivalutazione del tromboembolismo venoso
Is venous thromboembolism a chronic inflammatory disease?
G. Piazza, P.M. Ridker;
Clinical Chemistry, Feb 2015, 61, 2, 313-316;
www.clinchem.org