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9 ottobre 2019

Determinazione nelle urine del classificatore proteomico CDK273 per l’identificazione della malattia renale nelle primissime fasi

1119_Proteomica

La nefropatia diabetica (DKD) è la causa più comune di insufficienza renale in stadio terminale (ESRD). Si prevede che l’impatto della DKD continuerà ad aumentare insieme all’aumento della prevalenza del diabete di tipo 2 e dell’obesità. La maggior parte dei pazienti con DKD non viene sottoposta a biopsia renale e la diagnosi si basa generalmente su parametri clinici, come la presenza di diabete, le caratteristiche della malattia renale inclusa la ridotta funzione escretoria renale e / o l’albuminuria e l’assenza di altre malattie renali. Tuttavia, questo approccio clinico pragmatico è associato ad alcune perplessità. Studi sulla biopsia nelle persone con diabete hanno dimostrato che circa i due terzi dei pazienti hanno sovrapposte la DKD o non-DKD e sono potenzialmente mal gestiti. La proteomica consente la quantificazione simultanea di più marcatori proteici in un campione biologico. Questi marker possono essere predefiniti in approcci proteomici mirati che vanno dalle piattaforme multiplexing basate su anticorpi alla spettrometria di massa mirata. Tali piattaforme valutano un numero limitato di proteine con alta precisione e spesso quantitativamente. Rilevando le proteine che sono effettivamente espresse e presenti in un campione biologico, gli approcci proteomici descrivono meglio lo stato attuale di una cellula, di un tessuto o di un organismo o almeno in modo diverso rispetto agli esperimenti genomici e trascrittomici. Ciò è particolarmente importante per i processi patologici dinamici e il monitoraggio della risposta al trattamento. Nel recente European Association for the Study of Diabetes (EASD) 2019 Annual Meeting svoltosi a Barcellona il Prof. Christian Delles della University of Glasgow, ha riportato i risultati dello studio europeo PRIORITY (Proteomic Prediction and Renin Angiotensin Aldosterone System Inhibition Prevention of Early Diabetic Nephropathy in Type 2 Diabetic Patients with Normoalbuminuria study) nel quale, utilizzando la determinazione nelle urine del classificatore proteomico CDK273, i ricercatori hanno identificato i pazienti con diabete di tipo 2 e albumina urinaria normale che erano ad alto rischio di sviluppare microalbuminuria. Il test CKD273 utilizza l’elettroforesi capillare accoppiata alla spettrometria di massa (CE-MS) per rilevare 273 peptidi nelle urine – principalmente alfa-1-antitripsina e frammenti di proteine fibrinogene – che sono marker di fibrosi renale e infiammazione. Sulla base dei risultati ottenuti si può dire che questa metodica è in grado di identificare la malattia renale nelle primissime fasi prima che un paziente abbia microalbuminuria rilevabile. Questo costituisce un grande vantaggio perché individuare questa condizione prima che si è verificato il danno renale (che si manifesta inizialmente con la microalbuminuria) potrebbe permettere un approccio preventivo mirato e precoce.

Christian Delles et al.

EASD 2019 Annual Meeting. Presented September 19, 2019

https://www.easd.org/annual-meeting/easd-2019.html