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8 luglio 2016

Autoanticorpi per l’identificazione della malattia di Alzheimer nelle prime fasi di sviluppo

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Un team di ricercatori della Rowan University School Osteopathic Medicine and Durin Technologies, Inc., ha recentemente reso pubblico lo sviluppo di un nuovo saggio ematico per l’identificazione della malattia di Alzheimer (AD) ancora in fase di sviluppo con un’affidabilità mai riscontrata prima d’ora. E’ stato evidenziato infatti come il test abbia dimostrato una generale sensibilità, specificità ed accuratezza prossima al 100% durante la “proof of concept”. Il meccanismo di funzionamento del saggio ematico si basa sulla determinazione delle proprietà degli autoanticorpi serici umani per verificare la presenza di “segnali” riconducibili alla AD in una fase ancora iniziale. L’utilità degli autoanticorpi è già nota per la diagnosi della AD e della malattia di Parkinson in fase di sviluppo, tuttavia fino ad ora non era stata valutata per i casi in fase di sviluppo iniziale. I ricercatori sono riusciti a riconoscere i pazienti affetti da deterioramento cognitivo lieve (MCI) tramite la valutazione dei loro livelli di Aβ42 nel CSF con un’accuratezza quasi assoluta. Questo nuovo saggio offre quindi ai pazienti una possibilità di poter ritardare gli effetti della patologia modificando lo stile di vita, ed ai medici un modo per valutare l’efficacia degli interventi terapeutici a cui sottoporre i pazienti; tutto questo oltre al fatto di essere basata sull’analisi degli autoanticorpi, biomarcatori ematici noninvasivi ed efficaci per la diagnosi precoce della AD e la determinazione del suo stadio di sviluppo.

Detection of Alzheimer’s disease at mild cognitive impairment and disease progression using autoantibodies as blood-based biomarkers

C.A. DeMarshall et al.

Alzheimer’s & Dementia, June 2016, 3, 51-62

www.dadm.alzdem.com

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