Il trapianto renale è necessariamente associato alla terapia con immunosoppressori che hanno l’obiettivo di impedire al sistema immunitario del ricevente di attaccare il rene trapiantato. Alcuni di questi trapianti viene seguito dal rigetto. I ricercatori della Université de Nantes in Francia allo scopo di identificare i biomarcatori in grado di predire il fallimento del trapianto renale e permettere di definire nuovi obiettivi terapeutici hanno approfondito la risposta immunitaria alla stimolazione allogenica cronica. A tale scopo hanno studiato la frequenza e la funzione dei subsets delle cellule T CD8+, incluse le cellule T CD8+ della memoria effettrice (EM) e EM terminalmente differenziati (TEMRA), in campioni di sangue prelevati da 284 pazienti sottoposti a trapianto renale reclutati 1 anno dopo il trapianto e seguiti per una mediana di 8,3 anni. I ricercatori hanno anche analizzato la reattività delle cellule T CD8 + ai PBMC specifici del donatore in 24 pazienti che avevano ricevuto l’organo trapiantato da donatori viventi. Hanno potuto così rilevare che un aumento della frequenza delle cellule T CD8+ TEMRA circolanti a 1 anno post-trapianto era associato ad un aumentato rischio di rigetto del trapianto durante il follow-up. Questa associazione è rimasta anche dopo aggiustamento secondo il Kidney Transplant Failure Score. Al contrario, un aumento della frequenza delle cellule T CD8+ EM era associate a un ridotto rischio di rigetto dell’innesto. È stata identificata una sottopopolazione di cellule T CD8 + TEM8 distinta caratterizzata dall’espressione di FcγRIIIA (CD16) e da alti livelli di secrezione di citochine proinfiammatorie e attività citotossica. Sebbene la stimolazione specifica del donatore abbia indotto una risposta rapida e precoce simile nelle cellule T CD8 + EM e TEMRA, l’impegno del CD16 ha comportato l’attivazione selettiva delle cellule T CD8 + TEMRA, che mediavano la citotossicità dipendente dall’anticorpo. In conclusione a distanza di 1 anno dal trapianto, la composizione dei sottogruppi di cellule T CD8 + della memoria nel sangue ha migliorato la previsione del fallimento del trapianto renale a 8 anni rispetto al solo punteggio basato sulle variabili cliniche. I risultati del lavoro dei ricercatori francesi suggeriscono che le cellule T CD8 + TEMRA svolgono un ruolo fondamentale nel rigetto umorale e cellulare e rivelano il potenziale valore del monitoraggio delle cellule T CD8 + memoria per prevedere il rischio di fallimento del trapianto di rene.
24 marzo 2020
Potremo, con un marker precoce presente nel sangue, predire il rischio futuro di fallimento del trapianto di rene

Terminally Differentiated Effector Memory CD8+ T Cells Identify Kidney Transplant Recipients at High Risk of Graft Failure
Lola Jacquemont, Gaëlle Tilly, Michelle Yap, et al.
JASN March 2020
https://jasn.asnjournals.org/content/early/2020/03/11/ASN.2019080847