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30 gennaio 2019

Cosa lega la periodontite cronica con la malattia di Alzheimer

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La malattia di Alzheimer, continua a suscitare una intensa attività di ricerca in tutto il mondo. In un articolo, pubblicato in questi giorni sulla rivista Science Advances un gruppo internazionale di ricercatori che operano negli Stati Uniti, Polonia, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda ha suggerito che lo stesso batterio responsabile della periodontite cronica sia anche la principale causa della malattia di Alzheimer (AD). Non solo, ma un nuovo farmaco sviluppato per inibire le tossine prodotte da questo batterio e curare il morbo di Alzheimer potrebbe essere impiegato in trials clinici nell’arco di quest’anno. Gli Autori sono partiti dalla considerazione che i pazienti con malattia di Alzheimer presentano un quadro neuroinfiammatorio compatibile con l’infezione: attivazione microgliale, attivazione dell’inflammasoma, attivazione del complemento ed una alterazione dei profili delle citochine. Inoltre, agenti infettivi sono stati trovati nel cervello ed è stato ipotizzato che possano essere coinvolti nella AD anche se non è stato dimostrato un evidente nesso di causalità. La recente caratterizzazione dell’amiloide-β (Aβ) come peptide antimicrobico ha rinnovato interesse nell’identificare una possibile causa infettiva della AD. Il Porphyromonas gingivalis, l’agente patogeno chiave nella periodontite cronica, è stato identificato nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer. Proteasi tossiche prodotte dal batterio e chiamato “gingipains” sono state identificate anche nel cervello dei pazienti di Alzheimer ed i loro livelli sono stati correlati con i quadri patologici legati alle proteine tau e ubiquitina. L’infezione orale causata dal P. gingivalis nei topi ha portato alla colonizzazione del cervello ed ad un aumento della produzione di Aβ1-42, un componente delle placche amiloidi. Inoltre, i “gingipain” si sono dimostrati neurotossici sia in vivo che in vitro, ed esercitano un effetto tossico sulle proteine tau, che stabilizzano i microtubuli, fondamentali per la normale funzione neuronale. Per bloccare questa neurotossicità, gli Autori di questo lavoro hanno progettato e sintetizzato piccole molecole con la funzione di inibire i “gingipain”. L’inibizione dei gingipain ha ridotto il carico batterico dell’infezione del cervello da parte del P. gingivalis, ha bloccato la produzione di Aβ1-42, ridotto la neuroinfiammazione e ha preservato i neuroni nell’ippocampo. Questi dati suggeriscono che gli inibitori dei gingipain potrebbero essere preziosi per il trattamento della colonizzazione del cervello da parte del P. gingivalis e della neurodegenerazione nella malattia di Alzheimer.

Porphyromonas gingivalis in Alzheimer’s disease brains: Evidence for disease causation and treatment with small-molecule inhibitors

Stephen S. Dominy, Casey Lynch, Florian Ermini et al.

Science Advances 23 Jan 2019: Vol. 5, no. 1

http://advances.sciencemag.org/content/5/1/eaau3333