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18 febbraio 2016

Una valutazione delle ragioni a monte dei saggi ematici preoperatori

209_Pre-operatori

Sono state investigate da un recente studio le motivazioni, i tassi e le variazioni istituzionali che giustificano l’uso di test ematici preoperatori nei pazienti da sottoporre ad operazioni chirurgiche a basso rischio. La ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori dell’Institute of Clinical Evaluative Sciences (ICES) e del Women’s College Hospital Institute for Health Systems Solutions and Virtual Care (WIHV), arriva all’indomani di un studio che aveva già dimostrato come i saggi ematici preoperatori di routine non influenzavano positivamente i risultati dell’intervento chirurgico ma, anzi, potevano portare ad un ritardo dello stesso con possibili conseguenze negative sul trattamento del paziente. Con una review di circa un milione di casi di adulti sottoposti a procedure di chirurgia oftalmologica o a basso rischio nel periodo compreso fra il 2008 ed il 2013, questo studio ha rimarcato come le possibilità che i pazienti di età superiore agli 85 anni vengano sottoposti a saggio ematico sono tre volte superiori se paragonate a quelle dei pazienti di età compresa fra i 18 ed i 25 anni; durante tutto l’intervallo di tempo valutato l’uso di saggi ematici preoperatori è parzialmente diminuito dal 30 al 28%; quando un paziente si presentava in un istituto scelto a caso ma con un superiore tasso di testing, era 2,4 volte più probabile che fosse sottoposto a dei saggi ematici preoperatori rispetto ad una situazione simile ma avvenuta in un istituto con un minore tasso di testing. Dai risultati ottenuti i ricercatori hanno concluso che il testing è attualmente associato a numerose variabili cliniche potenzialmente predittive; ciò “dovrebbe condurre alla ricerca di approcci più specifici, così da promuovere interventi che riducano il significativo fardello del nostro sistema sanitario mentre, d’altra parte, cerchiamo di migliorare la salute dei pazienti”.

Preoperative laboratory investigations: rates and variability prior to low-risk surgical procedures

K.R. Kirkham, D.N. Wijeysundera, C. Pendrith, R. Ng, J.V. Tu, A.S. Boozary, J. Tepper, M.J. Schull, W. Levinson, S. Bathia

Anesthesiology, Jan 2016

www.anesthesiology.pubs.asahq.org