Lo screening viene comunemente utilizzato per identificare le malattie con un rischio di comparsa medio all’interno di una popolazione; il rischio è infatti la ragione che giustifica la spesa della tecnica e lo stress per il paziente. Molte volte però, come in questo caso per la mammografia, gli scienziati si fermano a ponderare se i benefici siano superiori ai potenziali problemi derivanti, sia di carattere economico che soprattutto per la salute del paziente. Come regola generale l’efficacia di una tecnica come la mammografia andrebbe valutata rapportando il numero di carcinomi di piccole dimensioni identificati (che dovrebbe aumentare) rispetto a quelli di grandi dimensioni la cui crescita è stata evitata (ed il cui numero dovrebbe diminuire). Per verificare l’effettiva efficacia della mammografia come tecnica di screening, H. Gilbert Welch ed i suoi colleghi hanno dunque valutato i dati raccolti dal 1975 al 2012 del programma SEER (Surveillance, Epidemiology and End Results) studiando la distribuzione delle dimensioni dei carcinomi e l’incidenza di carcinoma della mammella fra le donne di età superiore ai 39 anni, effettuando una diretta correlazione con le dimensioni del carcinoma sviluppato. Dai risultati ottenuti i ricercatori hanno potuto rilevare, dopo l’introduzione della mammografia come strategia di screening, una notevole diminuzione dei tumori di grandi dimensioni (dal 64% al 32%) ed un aumento nell’identificazione dei carcinomi di piccole dimensioni (dal 36% al 68%). Questo risultato non sarebbe però riconducibile, a detta degli esperti, ad una diminuzione dell’incidenza dei carcinomi di grande dimensione, perché identificati dalla mammografia quando avevano ancora piccole dimensioni, quanto all’aumento dell’identificazione dei carcinomi di piccola dimensione. Analizzando i dati nel dettaglio, si evince come su una media di centomila donne, a centosessantadue di loro era stato diagnosticato un carcinoma di piccola dimensione ma soltanto trenta di questi casi avrebbero avuto una progressione aumentando di dimensione; le altre centotrentadue donne erano state in realtà oggetto di una sovradiagnosi. In conclusione i ricercatori ritengono che le cause alla base della riduzione di mortalità per carcinoma mammario andrebbero ricercate, almeno nei due terzi dei casi, nel miglioramento delle terapie sistemiche piuttosto che nello screening mammografico.
22 dicembre 2016
Utilità della mammografia nella riduzione della mortalità per carcinoma della mammella?
Breast-Cancer Tumor Size, Overdiagnosis, and Mammography Screening Effectiveness
H.G. Welch, P.C. Prorok, A.J. O’Malley, B.S. Kramer
The New England Journal of Medicine, Oct 2016, 375, 1438-1447
http://www.nejm.org/doi/pdf/10.1056/NEJMoa1600249