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30 marzo 2020

Test proattivo, nuove tecnologie ed analisi massiva dei dati per la COVID-19. L’esperienza di Taiwan.

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Taiwan si trova a 81 miglia dalla costa della Cina continentale e si prevedeva il secondo numero più alto di casi di COVID-19 a causa della sua vicinanza e del numero di voli con la Cina. Il paese ha 23 milioni di cittadini, di questi 850.000 vi risiedono e 404.000 lavorano in Cina. Nel 2019, 2,71 milioni di visitatori dalla terraferma hanno viaggiato verso Taiwan. La COVID-19 si è verificata poco prima del capodanno lunare durante il quale ci si aspettava che milioni di cinesi e taiwanesi viaggiassero per le vacanze. Nel 2003 l’epidemia globale della SARS aveva messo alla prova la capacità di Taiwan di gestire le emergenze sanitarie. Vi era la necessità urgente di un centro di gestione delle catastrofi che si concentrasse su un’ampia risposta alle epidemie e fungesse da punto di comando operativo per le comunicazioni dirette tra autorità centrali, regionali e locali. In risposta, tenendo come base il CDC, il governo, nel 2004, ha istituito il National Health Command Center (NHCC). Inoltre, nel 2015 l’OMS ha pubblicato una guida su come sviluppare un centro di comando. Taiwan ha sfruttato la sua banca dati nazionale sull’assicurazione sanitaria e l’ha integrata con la sua banca dati sull’immigrazione e le dogane per iniziare la creazione di grossa base di dati per l’analisi; ha generato avvisi in tempo reale durante una visita clinica in base all’anamnesi dei viaggi effettuati e ai sintomi clinici per facilitare l’identificazione dei casi. Ha inoltre utilizzato nuove tecnologie, tra cui la scansione del codice QR e la comunicazione online della storia dei viaggi e dei sintomi per classificare i rischi infettivi dei viaggiatori in base all’origine del volo e alla cronologia dei viaggi negli ultimi 14 giorni. Alle persone a basso rischio (nessun viaggio nelle aree di allerta di livello 3) è stato inviato, ai propri cellulari, tramite SMS (servizio di messaggistica breve), un pass per la dichiarazione sanitaria alla frontiera, permettendo loro una più rapida autorizzazione all’immigrazione; quelli a rischio più elevato (recente viaggio nelle aree di allarme di livello 3) sono stati messi in quarantena a casa e monitorati attraverso il loro telefono cellulare per garantire che rimanessero a casa durante il periodo di incubazione. Inoltre, Taiwan ha migliorato l’individuazione dei casi di COVID-19 ricercando in modo proattivo i pazienti con sintomi respiratori gravi (sulla base delle informazioni del database dell’assicurazione sanitaria nazionale [NHI]) che erano risultati negativi per l’influenza e li hanno ritestati per la COVID-19; in questo modo sono stati individuati 113 casi. Nelle ultime 5 settimane (20 gennaio-24 febbraio), il National Health Command Center (NHCC) ha rapidamente prodotto e implementato un elenco di almeno 124 items d’azione. Il 18 febbraio, il governo ha annunciato che tutti gli ospedali, le cliniche e le farmacie di Taiwan avrebbero avuto accesso alle storie di viaggio dei pazienti. In sintesi, al momento attuale a Taiwan sono stati confermati 298 casi e 3 morti secondo i dati Coronavirus COVID-19 Global Cases by the Center for Systems Science and Engineering (CSSE) at Johns Hopkins…

Response to COVID-19 in Taiwan Big Data Analytics, New Technology, and Proactive Testing

C. Jason Wang, Chun Y. Ng, Robert H. Brook

Published Online: March 3, 2020

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