La riserva ovarica, ovvero il numero di oociti presenti nelle ovaie, viene stimato misurando i livelli di ormone antimulleriano (Anti-Müllerian Hormone, AMH), un ormone glicoproteico che appartiene alla super-famiglia beta del fattore di crescita trasformante beta (TGF-β) ed i livelli di ormone follicolo stimolante (FSH) presenti nel sangue e nelle urine. Bassi livelli di AMH e livelli elevati di FSH vengono considerati un indicatore della ridotta riserva ovarica e quindi di una infertilità nelle donne. Tuttavia gli Autori di questo lavoro convinti della mancanza di evidenze della loro utilità, hanno deciso di determinare l’associazione tra i biomarcatori della riserva ovarica ed il potenziale riproduttivo nelle donne in età riproduttiva avanzata. Studiando una coorte di donne di età compresa tra i 30 ed i 44 anni senza storia di infertilità, hanno dimostrato che le donne con un basso valore AMH avevano una probabilità cumulativa di concepimento previsto dell’84% rispetto al 75% delle donne con un valore normale di AMH, una differenza che statisticamente non è significativa. Quindi questi risultati non supportano l’utilizzo dei dosaggi ormonali oggi comunemente utilizzati per valutare la fertilità.
18 ottobre 2017
Gli attuali biomarcatori della riserva ovarica non sono utili
Association Between Biomarkers of Ovarian Reserve and Infertility Among Older Women of Reproductive Age
Anne Z. Steiner, David Pritchard, Frank Z. Stanczyk et al.
JAMA. 2017;318(14):1367-1376
https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2656811