Le informazioni contenute in questo sito sono destinate in via esclusiva agli operatori professionali della sanità in conformità all'art. 21 del D.Lgs. 24 febbraio 1997, n. 46 s.m.i e alle Linee Guida del Ministero della Salute del 17 febbraio 2010 e successivo aggiornamento del 18 marzo 2013. AccettoMaggiori informazioni

28 dicembre 2018

Incremento significativo dei livelli basali di interleuchina (IL)-6 ed IL-10 in risposta al trattamento con IFN-α nei pazienti con epatite cronica da virus C che sviluppano la Sindrome da Stanchezza Cronica.

924_Fatica

La Sindrome da Stanchezza Cronica, o Sindrome da Fatica Cronica (CFS, acronimo di Chronic Fatigue Syndrome) è un disturbo caratterizzato dalla fatica cronica persistente, per almeno 6 mesi, e da una serie di sintomi eterogenei. E’ una condizione che solo negli ultimi decenni è stata riconosciuta come una patologia importante e, come malattia, dall’OMS. La diagnosi è difficile e non è disponibile alcun trattamento. Il ruolo degli attivatori immunitari o infettivi nella patogenesi della CFS non è stato ancora completamente chiarito. L’impossibilità di ottenere informazioni sui parametri legati alla funzione immunitaria in condizioni basali (ovvero prima che l’evento scatenante induca questa patologia nella coorte di modelli per la CFS e affaticamento post-infettivo) hanno impedito lo studio delle alterazioni immunitarie preesistenti e successive modifiche immunitarie in risposta all’evento scatenante. In questo studio, gli Autori presentano la fatica persistente indotta dall’interferone alfa (IFN-α) come modello di studio per la CFS. L’IFN-α, infatti, impiegato nel trattamento dell’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV), induce in alcuni individui una fatica persistente, che non diminuisce dopo il trattamento, cioè, una volta che non c’è più l’attivazione immunitaria. Questo modello consente la valutazione dei pazienti prima e durante l’esposizione all’evento scatenante immunitario e successivamente quando l’evento scatenante originale non è più presente. A tale scopo hanno studiato in maniera completa cinquantaquattro pazienti sottoposti a trattamento con IFN-α per una infezione cronica da HCV. I pazienti sono stati valutati in condizioni basali, durante i 6-12 mesi di trattamento con IFN-α e ai sei mesi successivi al trattamento. E’ stata “misurata” la fatica, le citochine e la chinurenina, oltre ai suoi metaboliti. La chinurenina è un metabolita del triptofano, utilizzato nella produzione della niacina. Le stesse indagini sono state effettuate su 57 volontari sani di controllo. Diciotto pazienti sottoposti a trattamento con IFN-α (33%) sono stati successivamente definiti come affetti da “fatica persistente” (il modello proposto per la CFS), se i loro livelli di fatica erano superiori, a sei mesi dopo il trattamento, rispetto al basale; l’altro 67% è stato considerato “fatica risolta”. I pazienti che hanno continuato a sviluppare una stanchezza persistente hanno manifestato un aumento maggiore dei sintomi di fatica nelle prime quattro settimane di IFN-α rispetto ai pazienti che non hanno manifestato i sintomi. Inoltre, è stata rilevata una tendenza verso l’aumento dei valori basali di interleuchina (IL)-6 e IL-10 che erano significativamente più elevati. Inoltre gli Autori hanno registrato livelli più elevati di queste citochine in risposta al trattamento con IFN-α, che erano associati all’aumento della fatica. I livelli sono aumentati a più del doppio rispetto a quelli degli altri pazienti per la settimana di trattamento. Nella valutazione effettuata sei mesi dopo il trattamento, non sono state trovate evidenze di un’associazione tra stanchezza persistente e infiammazione periferica, né era rilevabile un quadro di infiammazione periferica nella coorte CFS. Sono stati registrati, in risposta all’IFN-α, dei cambiamenti nei metaboliti della chinurenina ma non vi era alcuna associazione con la fatica persistente. I pazienti con CFS presentavano livelli più bassi del rapporto tra chinurenina e triptofano e 3-idrossianinurenina rispetto ai controlli.
Gli Autori concludono che saranno necessari ulteriori studi per capire i meccanismi alla base della risposta esagerata iniziale del sistema immunitario in coloro che continuano a manifestare i sintomi della fatica persistente anche se l’evento scatenante immunitario non è più presente, e le ragioni del passaggio dalla fatica acuta a cronica in assenza di una attivazione immunitaria periferica persistente.

Persistent fatigue induced by interferon-alpha: a novel, inflammation-based, proxy model of chronic fatigue syndrome

Alice Russella, Nilay Hepgula, Naghmeh Nikkheslat.......& Carmine M. Pariantea

Psychoneuroendocrinology; Available online 17 December 2018; In Press, Corrected Proof

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306453018301963?via%3Dihub#sec0085