E’ stato recentemente scoperto che i saggi genetici possono identificare i pazienti maggiormente esposti a rischio di carcinoma esofageo. I ricercatori sono giunti a questa scoperta effettuando una valutazione dei dati relativi all’ibridazione fluorescente in situ (FISH) per determinare le diversità genetiche in un gruppo di pazienti con esofago di Barrett non displastico (NDBE). Lo studio, portato avanti da una collaborazione fra ricercatori inglesi, olandesi ed americani, ha constatato in un periodo di tre anni come la diversità genetica delle cellule di uno stesso paziente può essere usata per predire il rischio di sviluppo/progressione in un carcinoma; inoltre ha dimostrato come la diversità genetica tende a rimanere costante col passare del tempo e che quindi l’evoluzione della lesione nell’esofago di Barrett è predeterminata già al momento della sua comparsa. Il Dr. Trevor Graham, ricercatore alla Queen Mary, ha dichiarato come “le lesioni dell’esofago di Barrett nascono per essere maligne – anche se in alcuni casi sono benigne. Una volta che questi risultati saranno validati su altri pazienti e per periodi più lunghi, saremo in grado di affermare con certezza quali persone con una forma benigna possano evitare terapie non necessarie”.
21 settembre 2016
La predeterminazione del rischio del carcinoma esofageo nell’esofago di Barrett
Dynamic clonal equilibrium and predetermined cancer risk in Barrett’s oesophagus
Pierre Martinez, Margriet R. Timmer, Chiu T. Lau, Silvia Calpe, et al.
Nature Communications, Aug 2016
www.nature.com