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29 giugno 2017

Diabete mellito: alcune considerazioni sull’uso dei farmaci SGLT2-inibitori e sui potenziali effetti collaterali

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Un crescente numero di quesiti sembra venir mosso nei confronti dell’inibizione del cotrasportatore 2 sodio/glucosio (SGLT2) per i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 (T1DM) o 2 (T2DM). Come riporta lo stesso Guillermo E. Umpierrez in una pubblicazione su Nature Reviews, precedenti studi hanno dimostrato un’associazione fra l’assunzione di farmaci SGLT2-inibitori ed un’aumentata frequenza delle infezioni del tratto genitale ed urinario, della chetoacidosi diabetica (DKA). Quest’ultima condizione, in particolare, è ben nota per il rischio a cui espone sia i pazienti con T1DM che quelli con T2DM. D’altro canto, i farmaci SGLT2-inibitori sono una delle ultime risposte terapeutiche per il trattamento del T2DM grazie alla loro capacità di promuovere una riduzione della glicemia a digiuno e postprandiale, i livelli di HbA ed il peso corporeo. Inoltre, differenti studi di meta-analisi e RCT (Randomized Controlled Trial) sembrano dimostrare un minimo rischio per i pazienti con T2DM d’incorrere in una complicazione potenzialmente fatale come la DKA. Ad ora la commercializzazione e l’utilizzo dei farmaci SGLT2-inibitori non è stata approvata per i pazienti con T1DM; inoltre il suo utilizzo in ambiente clinico è previsto solo nell’ambito di specifici studi clinici. Volendo però considerare ogni possibilità, il compito del personale sanitario rimane quello di formare i pazienti sui segni e la sintomatologia associati alla DKA; gli specialisti, anche in assenza di sintomi associati ad una classica iperglicemia, dovrebbero quindi determinare i livelli di chetoni nel plasma e nelle urine di quei pazienti con importanti sintomi gastrointestinali o nausea, vomito, dolore addominale.

SGLT2 inhibitors and diabetic ketoacidosis — a growing concern

Umpierrez G.E.

Nature Reviews - Endocrinology, Jun 2017

https://www.nature.com/nrendo/journal/vaop/ncurrent/full/nrendo.2017.77.html