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12 aprile 2018

Le Linee Guida della European Thyroid Association (ETA) per la Gestione delle alterazioni della tiroide da amiodarone

747_Amiodarone

In un recente articolo, pubblicato sulla rivista specialistica del settore, un gruppo internazionale (che lavorano presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università dell’Insubria a Varese, il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, l’Unità di Medicina Interna ed Endocrinologia degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri e Univesità di Pavia, il Department of Endocrinology, Jagiellonian University Medical College, Cracovia, il Department of Endocrinology, University Medical Center Groningen, University of Groningen e la Physicians’ Clinic, a Londra) hanno riassunto le attuali conoscenze per la gestione delle alterazioni tiroidee legate all’assunzione dell’amiodarone. Questo, è un farmaco impiegato in ambito cardiologico per le sue proprietà anti-aritmiche. Infatti viene utilizzato per trattare le tachiaritmie ventricolari (ad. es. la fibrillazione ventricolare senza polso) e sopraventricolari. È un composto con un alto contenuto di iodio che presenta una qualche somiglianza strutturale con la tiroxina (T4). Il trattamento con amiodarone è associata ad alterazioni nelle determinazioni della funzione della tiroide, ma anche a vere alterazioni della tiroide: ipotiroidismo indotto da amiodarone (AIH) e tireotossicosi indotta da amiodarone (AIT). Queste condizioni richiamano l’attenzione sulla composizione dell’amiodarone che contiene circa il 37% di iodio in peso: ogni compressa da 200 mg contiene circa 75 mg di ioduro organico. La terapia di mantenimento standard con 200 mg di amiodarone può fornire oltre 100 volte il fabbisogno giornaliero di iodio tanto che le riserve di iodio totali rimangono inalterate fino a 9 mesi dopo l’interruzione del farmaco. Alterazioni della tiroide sono state notate nel 14-18% dei pazienti che assumevano terapia a lungo termine con amiodarone. Sia l’AIH che l’AIT possono svilupparsi in ghiandole tiroidee apparentemente normali o in presenza di anomalie tiroidee sottostanti. Pertanto questo lavoro costituisce un imprescindibile documento di riferimento ed una vera e propria Linea Guida su questo tema del quale gli Autori hanno una lunga e profonda conoscenza. E’ certo che, soprattutto in certe circostanze, la decisione di continuare o interrompere l’amiodarone deve essere individualizzata in relazione alla stratificazione del rischio cardiovascolare e presa congiuntamente da cardiologi e endocrinologi.

2018 European Thyroid Association (ETA) Guidelines for the Management of Amiodarone-Associated Thyroid Dysfunction

Bartalena L., Bogazzi F., Chiovato L. et al.

Eur Thyroid J 2018;7:55–66

https://www.karger.com/Article/FullText/486957