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2 ottobre 2018

E’ utile la determinazione dei livelli plasmatici di Vit. D per la valutazione del rischio dellle malattie infiammatorie croniche intestinali?

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Le due principali forme di malattia infiammatoria intestinale (IBD), la malattia di Crohn (CD) e la colite ulcerosa (UC), sono malattie infiammatorie croniche del tratto gastrointestinale la cui incidenza nel mondo è in costante crescita. Anche se l’eziologia e la patogenesi delle IBD rimangono in gran parte sconosciute, sia fattori ambientali che genetici sono stati implicati nello sviluppo di malattia. Come importante immunomodulatore sia del sistema immunitario, la vitamina D ha suscitato un notevole interesse come fattore ambientale che può essere implicato nello sviluppo delle IBD. A sostegno di questa ipotesi, è stata messa in evidenza una diversa distribuzione di queste patologie che segue un gradiente Nord-Sud, con una maggiore incidenza a latitudini più elevate. Ciò potrebbe essere dovuto in parte a una minore esposizione al sole, cioè a una minore produzione endogena di vitamina D a latitudini superiori. Inoltre, fino al 60% -70% degli individui con CD e UC hanno livelli di vitamina D insufficienti o carenti. Questa aumentata prevalenza della mancanza della vitamina D è stata segnalata sia per i pazienti con la malattia prolungata che in quelli con recente diagnosi. Tuttavia, un recente, rilevante, studio caso-controllo sui livelli prediagnostici della vitamina D e sul rischio di IBD non ha confermato un’associazione fra il livello della vitamina D del plasma e le IBD. Gli Autori hanno pertanto voluto chiarire questo problema per stabilire se effettivamente la vitamina D possa costituire un fattore di rischio modificabile per le malattie infiammatorie intestinali. A tale scopo hanno effettuato una indagine secondo un schema di randomizzazione mendeliana per studiare 120.013 individui del Copenhagen City Heart Study, il Copenhagen General Population Study, ed una coorte di pazienti di Copenhagen affetti da IBD. Di questi, in 35.558 individui sono stati determinati i livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D e 115.110 sono stati genotipizzati per rs7944926 e rs11234027 in DHCR7 e per rs10741657 e rs12794714 in CYP2R1, tutte varianti associate con i livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D. Abbiamo identificato 653 casi di CD e 1265 casi di UC, di cui 58 e 113, rispettivamente, è stato possibile avere la disponibilità dei livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D. Abbiamo anche incluso i dati genetici da 408.455 individui della UK Biobank, tra cui 1707 casi di CD e 3147 casi di UC. A conclusione di questo studio gli Autori affermano che i loro risultati non supportano un ruolo importante della carenza di vitamina D nello sviluppo delle IBD.

Vitamin D and Inflammatory Bowel Disease: Mendelian Randomization Analyses in the Copenhagen Studies and UK Biobank

Josephine Lund-Nielsen Signe Vedel-Krogh Camilla Jannie Kobylecki et al.

The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, Volume 103, Issue 9, 1 September 2018, Pages 3267–3277

https://academic.oup.com/jcem/article/103/9/3267/5043213