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9 marzo 2016

Tagli nella Struttura Sanitaria. Cosa evitare e cosa implementare

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La riduzione dei costi all’interno delle attività è attualmente oggetto di controverse dispute in tutto il mondo. Il sistema sanitario non è escluso da questi dibattiti ma, anzi, è uno dei campi maggiormente sotto esame; questo perché i tagli effettuati dall’amministrazione sanitaria vanno ad influenzare direttamente, e molto spesso negativamente, l’efficienza del servizio sanitario. Kaplan ed Haas hanno recentemente pubblicato un articolo sull’Harvard Business Review in cui analizzano quelli che secondo loro sono i cinque punti più comunemente fraintesi per quanto riguardi la riduzione dei costi in ambito sanitario. Il taglio del personale sanitario non-specializzato è considerato uno dei metodi più semplici per “diminuire le spese senza andare ad intaccare l’assistenza sanitaria”. In realtà una diminuzione del personale non-specializzato porta quello specializzato a dover distogliere l’attenzione dai pazienti per portare a termine compiti che generalmente non gli competerebbero; questo comporta quindi una diminuzione dell’efficienza e della produttività nel totale sistema sanitario. Un altro ambito generalmente soggetto a tagli è quello dello spazio e delle attrezzature. Tuttavia avere una seconda stanza operatoria implica sicuramente minori spese dell’avere un team che non può operare; avere più strumentazione a disposizione non può che condurre ad una diminuzione delle code, dei tempi necessari per effettuare gli esami e dei tempi buchi a disposizione del costoso staff specializzato. Secondo gli autori un altro comune errore nella scelta dei campi da tagliare deriva dal focalizzarsi strettamente sul negoziare i prezzi degli approvvigionamenti piuttosto che esaminare quali sono effettivamente consumati dai singoli medici; di conseguenza si perdono grosse occasioni di riduzione della spesa. Altro errore consiste nel comparare l’efficienza di una struttura dal numero di pazienti visitati quotidianamente, imponendo in alcuni casi anche un tempo limite alle visite mediche; differenti studi hanno infatti provato la controproduttività di questa pratica. Numerosi medici, soprattutto quelli che trattano pazienti con patologie croniche, ritengono infatti che le spese per il trattamento dei pazienti diminuirebbero drasticamente se avessero più tempo e risorse per poter educare e monitorare i loro pazienti. Infine c’è da considerare la mancanza di una standardizzazione o benchmark nei costi e nelle procedure, sia cliniche che amministrative, per il trattamento di specifiche condizioni cliniche. Alcune verifiche hanno dimostrato come il costo associato al trattamento di una stessa patologia con gli stessi esiti può variare da un 30% fino ad un 500% a seconda della struttura. I due ricercatori concludono quindi che “l’unico modo per effettuare delle corrette riduzioni dei costi in ambito sanitario è cominciare ad effettuare un’approfondita analisi delle procedure attualmente utilizzate per trattare ciascuna condizione medica. I medici e gli amministratori devono comprendere tutti i costi compresi in un ciclo completo di cura, e negli esiti, per ciascun trattamento che la loro struttura fornisce. Partendo da questo presupposto, possono cooperare per fornire gli stessi risultati, o anche migliori, ad un generale insieme di costi inferiori da un punto di vista del personale, dei materiali acquistati e delle attrezzature”.

How not to cut health care costs

R.S. Kaplan, D.A. Haas

Harvard Business Reviews, Feb 2016

www.hbr.org

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