I ricercatori della University of Colorado Anschutz Medical Campus hanno recentemente pubblicato sull’International Journal of Eating Disorders un articolo in cui analizzano le loro ultime rilevazioni sul tema dei disturbi del comportamento alimentare. L’ignota eziologia di questa famiglia di disordini psichiatrici ha spinto gli scienziati a valutare una possibile connessione fra le funzioni neuronali e le preferenze alimentari. Per questa ragione è stata analizzata in un campione di oltre cento donne di età inferiore ai quarant’anni l’abilità della corteccia gustativa primaria di classificare gli stimoli al sapore, come all’acqua zuccherata, durante l’esame di imaging con la risonanza magnetica funzionale dell’encefalo; il campione era costituito da pazienti sane, affette da anoressia nervosa, guarite dall’anoressia nervosa, affette da bulimia nervosa e pazienti affette da obesità. L’analisi dei risultati ha evidenziato come le pazienti obese o affette da anoressia nervosa hanno difficoltà a distinguere fra soluzione di controllo e quella zuccherata rispetto a quelle di controllo o quelle con anoressia nervosa guarite. Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti a questo nuovo studio, i ricercatori evidenziano come questo genere di cambiamenti nella capacità di percepire i sapori possono avvenire su svariati livelli, andando ad inficiare sui meccanismi cerebrali che regolano quanto una persona mangia. In questo senso una delle possibili alternative per bloccare il problema momentaneamente, come anche proposto dal gruppo, potrebbe essere l’alterazione dell’intensità dei sapori; questa potrebbe infatti permettere una maggiore percezione del sapore per le pazienti obese ed una inferiore per le pazienti anoressiche.
31 maggio 2016
Connessione fra disturbi del comportamento alimentare e la percezione dei sapori
Extremes of eating are associated with reduced neural taste discrimination
G.K.W. Frank, M.E. Shott, C.Keffler, M.A. Cornier
International Journal of Eating Disorders, Apr 2016
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