Il tempo necessario ad un atleta per riprendersi da un trauma cranico di tipo concussivo, ritornando a competere in sicurezza, potrebbe essere determinato da oggi con una maggiore certezza grazie alla proteina Tau, nuovo potenziale biomarcatore clinico. Fino ad oggi non era infatti possibile predire con certezza i tempi di recupero necessari per l’atleta infortunato a seguito di un trauma cranico concussivo che quindi rischiava d’incorrere in ulteriori disturbi neurologici (es: vertigini, emicrania, etc.). Lo studio, supportato dal National Institute of Nursing Research (NINR), si basava sull’analisi di campioni di plasma prelevati da atleti del college nel periodo prestagionale e valutazioni cognitive; gli atleti ed il gruppo di controllo erano quindi sottoposti ad ulteriori analisi ad intervalli regolari quando s’infortunavano. I dati registrati hanno rivelato come gli atleti avevano inizialmente una media superiore di proteina Tau rispetto al gruppo di riferimento; gli atleti infortunati per trauma cranico e con tempi inferiori di recupero dimostravano delle concentrazioni di Tau altrettanto inferiori rispetto agli atleti infortunati e con tempi di recupero superiori. I ricercatori hanno quindi dedotto che elevate concentrazioni della proteina Tau misurate entro le prime 6 ore dal trauma potrebbero essere sufficientemente predittive di un periodo di recupero superiore ai 10 giorni per l’atleta infortunato. Lo sviluppo di un saggio per questa determinazione potrebbe quindi aiutare gli allenatori, gli atleti e i medici durante la fase decisionale, in tempi brevi ed in modo sufficientemente sicuro.
19 gennaio 2017
Saggio ematico per predire i tempi di recupero da infortunio dopo un trauma concussivo
Acute plasma tau relates to prolonged return to play after concussion
J. Gill, K. Mechant-Borna, A. Jeromin et al.
Neurology, Jan 2016
http://www.neurology.org/content/early/2017/01/06/WNL.0000000000003587