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10 gennaio 2019

Individuati nuovi collegamenti tra i marcatori, presenti nel sangue, di alcuni nutrienti della dieta mediterranea e le prestazioni mentali e la connettività cerebrale negli anziani

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Numerose evidenze indicano che la dieta e le molte sostanze bioattive presenti nel cibo costituiscono interventi ragionevoli da studiare per la prevenzione della demenza, un obiettivo centrale della ricerca delle scienze neuropsicologiche. In particolare, precedenti ricerche hanno dimostrato che gli anziani che seguono una dieta mediterranea hanno una migliore funzione cerebrale. Gli Autori di questo articolo, che operano presso il Decision Neuroscience Laboratory, University of Illinois, Urbana, IL ed in altri centri negli USA, hanno cercato di colmare una lacuna con una ricerca interdisciplinare applicando i metodi dell’epidemiologia nutrizionale e quelli della rete nella neuroscienza per indagare il ruolo dell’alimentazione nel modellamento della rete funzionale del cervello. Utilizzando questo approccio, hanno messo in relazione il pattern dei marcatori dei nutrienti (nutrient biomarker pattern – NBP) e la loro complessiva influenza sui parametri di efficienza della rete funzionale del cervello (small-world propensity). Gli Autori hanno esaminato nel dettaglio l’impatto dei NBP su diversi indicatori dei processi cognitivi e della salute cerebrale in un gruppo di anziani (n = 116), non affetti da demenza, indagando le prestazioni relative all’intelligenza generale, quelle relative alla capacità esecutiva, alla memoria, ed i paramenti della Risonanza Magnetica funzionale (fMRI), in condizioni di riposo, per la valutazione della rete cerebrale nell’ambito di sette reti di connettività intrinseca. I risultati hanno dimostrato che, tra i 32 nutrienti indagati, essenziali per la dieta mediterranea, cinque NBP sono stati associati con migliori prestazioni cognitive: (1) acidi grassi polinsaturi (PUFA) ω -3 e ω-6 (2) licopene, (3) PUFA ω-3, (4) carotenoidi, e (5) vitamine del gruppo B (riboflavina, folati, B12) e D. Inoltre, tre NBP sono stati associati con maggiore efficienza della rete funzionale cerebrale, ed includevano biomarcatori con elevate concentrazioni plasmatiche: (1) PUFA ω-6, ( 2) PUFA ω-3 e (3) carotene. Infine, i PUFA ω-3 ed il licopene moderavano la rete frontoparietale e l’intelligenza generale, mentre i PUFA ω-6 moderavano la rete dell’attenzione dorsale e la funzione esecutiva. In sintesi, i NBP rendono conto di una proporzione significativa della variazione nei parametri delle prestazioni cognitive e dell’efficienza funzionale della rete cerebrale.

Nutrient biomarker patterns, cognitive function, and fMRI measures of network efficiency in the aging brain

Christopher E. Zwilling, Tanveer Talukdar, Marta K. Zamroziewicz & Aron K. Barbey

NeuroImage Volume 188, March 2019, Pages 239-251

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811918321517?via%3Dihub