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28 dicembre 2015

Screening del carcinoma della prostata: due è meglio di uno

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Negli ultimi venti anni i programmi di screening per il carcinoma della prostata hanno poggiato le loro basi sull’esplorazione rettale (DRE) ed il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA) presente nel siero. Dopo una prima fase entusiasmante che ha visto la diffusione di questo approccio con una drastica riduzione dell’incidenza del carcinoma prostatico localmente avanzato, di quello metastatico e della mortalità per carcinoma prostatico, si è registrata una seconda fase di riflessione sulla base dell’analisi complessiva dei risultati degli screening. Sono comparse così numerose pubblicazioni scientifiche che hanno sottolineato come lo screening con il PSA aveva anche aumentato l’individuazione di tumori a basso rischio che molto probabilmente non potevano essere fonte di preoccupazione per il paziente. Si è arrivati così alla fase in cui il US Preventive Services Task Force, il Canadian Task Force on Preventive Health Care, e altre linee guida hanno raccomandato di non utilizzare il dosaggio del PSA in programmi di screening. Infatti, si sosteneva, che per prevenire la morte per cancro della prostata di un paziente, molti uomini sarebbero stati esposti ad una inutile biopsia prostatica ed a trattamenti futili per una malattia clinicamente asintomatica. Effettivamente, si è visto che il PSA è sensibile ma non specifico per individuare il carcinoma prostatico soprattutto per i livelli moderatamente elevati tra 4 e 10 ng/mL. Partendo dalla necessità di individuare un metodo che renda il dosaggio del PSA più specifico per individuare il carcinoma della prostata clinicamente significativo e ridurre le eccessive diagnosi non utili, gli Autori di questo lavoro hanno studiato 1268 pazienti con livelli di PSA tra 4 e 10 ng/ml e dimostrato che adottando la politica della ripetizione del dosaggio del PSA nei pazienti con una concentrazione di PSA moderatamente elevata (<10 ng/mL), 315 dei 1268 pazienti (24,8%) hanno registrato un normale livello di PSA nella seconda determinazione e questo risultato ha abbassato il loro rischio di subire la biopsia della prostata del 60%. Inoltre, gli uomini che hanno registrato un risultato normale con la ripetizione della determinazione del PSA, avevano l’80% di probabilità in meno di avere una diagnosi di cancro alla prostata e punteggio di Gleason 7 o superiore.

Reducing the Harm of Prostate Cancer Screening: Repeated Prostate-Specific Antigen Testing

Luke T. Lavallée, MD; Andrew Binette, MD; Kelsey Witiuk, MSc; Sonya Cnossen, MSc; Ranjeeta Mallick, PhD; Dean A. Fergusson, PhD; Franco Momoli, PhD; Chris Morash, MD; Ilias Cagiannos, MD; and Rodney H. Breau, MSc, MD

Mayo Clin Proc. n XXX 2015:1-6

http://dx.doi.org/10.1016/j.mayocp.2015.07.030