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9 novembre 2017

La malattia di Alzheimer origina al di fuori del cervello?

642_Alzheimer

Il gruppo di ricerca del Prof. Weihong Song, dell’Università della Columbia Britannica in Canada, ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Molecular Psychiatry dove ha dimostrato che la beta-amiloide, la proteina che è uno dei segni distintivi della malattia di Alzheimer nel cervello, può anche provenire da altre parti del corpo. Lo studio è stato realizzato nei topi ma apre ampie prospettive terapeutiche, se confermato anche nell’uomo. Infatti, se così fosse, sarebbe possibile intervenire nello sviluppo della malattia ben prima che questa proteina vada a depositarsi nel cervello dove appare più complesso il trattamento. Il fatto che la malattia compaia con l’invecchiamento sarebbe proprio legato al fatto che con l’avanzare dell’età si avrebbe un “indebolimento” della barriera emato-encefalica e questo potrebbe permettere ad una quantità superiore di beta amiloide di passare nel cervello, completando ciò che viene prodotto dal cervello stesso e accelerando il processo degenerativo.
Inoltre mettendo dei topi sani con dei topi geneticamente modificati, capaci di sviluppare la malattina di Alzheimer, dopo soli 4 mesi, l’encefalo del topo normale ha mostrato interferenze con i segnali elettrici che trasportano informazioni tra le cellule facendo ritenere agli Autori che l’amiloide beta possa essere trasmessa dai topi con il gene mutato attraverso il sangue al cervello dei topi normali. Esattamente come il modello dei prioni per la malattia di Creutzfeldt-Jakob.

Blood-derived amyloid-β protein induces Alzheimer’s disease pathologies

X-L Bu, Y Xiang, W-S Jin, J Wang, L-L Shen, et al.

Molecular Psychiatry, (31 October 2017) | doi:10.1038/mp.2017.204

https://www.nature.com/mp/journal/vaop/ncurrent/full/mp2017204a.html

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