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12 novembre 2019

Individuati dei potenziali marcatori genetici per il monitoraggio e la previsione della progressione e della gravità della sclerosi multipla

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La Sclerosi multipla (MS, sclerosi a placche) rappresenta la più frequente malattia demielinizzante, con una incidenza dello 0,1%. Ha prevalenza femminile di 3 a 1. Colpisce a qualunque età, prevalentemente tra i 20 e i 40 anni. Lesioni acute presentano un orletto che capta il gadolinio in NMR, lesioni di alcune settimane sono omogeneee, ma nette. Sono costituite da placche sclerotiche composte da fibrille demielinizzate, oligodendrociti alterati e apoptosici, infiammazione e fenomeni infiammatori secondari. Gli assoni vengono risparmiati, e questo rende conto delle iniziali remissioni. Nelle successive recidive avviene anche degenerazione assonale, derivandone danni permanenti. Si verifica deposizione di Ig e C3 nell’interstizio delle lesioni, indicandone la genesi autoimmune. L’andamento è caratteristico. Ha esordio acuto, in pieno benessere, con una sintomatologia che dipende dalla zona/e in cui siano presenti le lesioni. I sintomi possono risultare solo sensitivi o motori, il più spesso misti. I pazienti accusano una paresi discreta, perdendo l’uso parziale o totale di una mano, o del piede, o disartria, oppure amaurosi di un occhio o emianopsia, associati o meno da perdita di sensibilità in una zona discreta, o di un sistema o funzione. La tomografia ottica a radiazione coerente è un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere delle scansioni della cornea e della retina per la diagnosi ed il follow-up di numerose patologie corneali e retiniche e nella diagnosi preoperatoria e nel follow-up postoperatorio della gran parte delle patologie oculari che necessitano di un intervento chirurgico. Questa tecnica di imaging e l’acuità della lettera a basso contrasto, nella sclerosi multipla, sono correlate e predicono gli outcomes sia quelli clinici che quelli basati sull’imaging. Pertanto, possono servire come fenotipi sensibili per individuare dei predittori genetici del decorso della malattia. I ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine hanno studiato 374 pazienti con tutti i tipi di MS. I pazienti avevano una età media di 43 anni ed erano prevalentemente donne (78%). I ricercatori hanno reclutato questi pazienti ed eseguito l’imaging ogni pochi anni dal 2010 al 2017. Le scansioni sono state utilizzate per misurare l’assottigliamento, nel tempo, dello strato delle cellule nervose gangliari della retina. Hanno quindi ricercato nei campioni di DNA, ottenuto con un prelievo di sangue, le mutazioni genetiche in quelle persone con una velocità di deterioramento maggiore e hanno identificato 23 variazioni del DNA simili associate al gene C3 del complemento. Successivamente, per cercare geni ulteriormente legati alla perdita della vista, hanno studiato un gruppo di un altro trial clinico di 835 partecipanti affetti da MS sottoponendoli a controlli annuali della vista per valutare la sensibilità al contrasto. Studiando il DNA dei campioni di sangue di questi 835 partecipanti, i ricercatori hanno identificato cambiamenti genetici specifici in due geni del complemento, il C1QA ed il CR1, che erano collegati a quei partecipanti che avevano dimostrato una sensibilità al contrasto in più rapida diminuzione. I pazienti con cambiamenti genetici nel gene C1QA avevano il 71% in più di probabilità di sviluppare una difficoltà nel rilevare il contrasto visivo, mentre quelli con cambiamenti genetici nel gene CR1 avevano un rischio aumentato del 40%. Gli Autori concludono che le precoci variazioni genetiche della via del complemento erano costantemente associate con gli indicatori strutturali e funzionali della gravità della sclerosi multipla. Questi risultati sono supportati da numerosi lavori precedenti che implicavano il precoce interessamento dei fattori del complemento nella neurodegenerazione.

Early complement genes are associated with visual system degeneration in multiple sclerosis

Kathryn C Fitzgerald, Kicheol Kim, Matthew D Smith, ..... & Peter A Calabresi

Brain, Volume 142, Issue 9, September 2019, Pages 2722–2736

https://academic.oup.com/brain/article-abstract/142/9/2722/5530228?redirectedFrom=fulltext

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