Uno studio pubblicato recentemente sull’American Society of Clinical Oncology ha valutato l’associazione fra la concentrazione della 25-OH D nel siero, prelevato un paio di mesi prima di sottoporre il paziente ad una prostatectomia radicale chirurgica, con la determinazione dell’aggressività della patologia al momento dell’operazione. L’esistenza di una connessione potrebbe infatti spiegare alcune differenze osservate nel carcinoma della prostata in diverse popolazioni, come quelli di colore; precedenti studi avevano scoperto che è 1,5 volte più probabile avere una carenza di vitamina D per gli uomini di colore che prendono poca luce solare rispetto agli uomini di carnagione chiara. Con uno studio basato su un campionamento traversale condotto nel periodo fra il 2009 ed il 2014, il gruppo di ricercatori della Northwestern Univesity di Evanston, Illinois, ha determinato che gli individui con un riconosciuto ed aggressivo carcinoma della prostata avevano una concentrazione mediana di vitamina D di 22,7 ng/mL, significativamente inferiore rispetto ai 30 ng/mL considerati nella norma; gli individui senza un carcinoma aggressivo della prostata avevano invece una concentrazione mediana di 27 ng/mL. Adam B. Murphy, insieme agli altri autori, ha quindi evidenziato l’importanza per ciascun uomo di mantenere dei livelli normali di vitamina D poiché, oltre che essere importanti per la struttura ossea e come marcatori biologici di altre patologie, l’insufficienza/deficienza di 25-OH D serico è associato con un’aumentata possibilità di eventi avversi negli uomini con patologia localizzata che si stiano per sottoporre ad una prostatectomia radicale.
21 marzo 2016
Una nuova correlazione fra i livelli di vitamina D ed il carcinoma aggressivo della prostata.
Associations between serum vitamin D and adverse pathology in men undergoing radical prostatectomy
Yaw A. Nyame, Adam B. Murphy, Diana K. Bowen, Gregory Jordan, et al.
American Society of Clinical Oncology, Feb. 2016
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