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23 maggio 2019

Lo studio dei biomarcatori rileva l’insorgenza della malattia di Alzheimer fino a 30 anni prima che compaiano i sintomi.

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Numerose evidenze indicano che i meccanismi neuropatologici alla base della malattia di Alzheimer (AD) iniziano un decennio o anche prima dell’insorgenza del decadimento cognitivo lieve (MCI). Questo ha portato ad un crescente interesse nel cercare di capire l’ordine e la dimensione dei cambiamenti dei biomarcatori durante questa fase “preclinica” dell’AD. Sono stati proposti diversi modelli per spiegare l’evoluzione dei biomarcatori della malattia di Alzheimer (AD). In questo studio gli autori cercano di identificare i punti in cui una serie di biomarcatori cambina durante la fase preclinica dell’AD. A tale scopo, i ricercatori della Johns Hopkins University
hanno esaminato nove parametri basati sullo studio del liquido cerebrospinale (CSF), sulla risonanza magnetica (MRI) e sui test cognitivi. Sono stati studiati 306 individui cognitivamente normali, un sottogruppo di cui successivamente è passata alla fase sintomatica dell’AD. E’ stato utilizzato un modello del cambiamento per determinare quale parametro ha dimostrato un cambiamento significativo nella pendenza in relazione all’insorgenza dei sintomi clinici.
I risultati dello studio hanno dimostrato che tutte e nove i parametri presentavano significativi cambiamenti, tutti precedevano l’insorgenza dei sintomi, tuttavia la tempistica di questi cambiamenti variavano considerevolmente. Un solo parametro, la T-tau del CSF, ha mostrato un cambiamento precoce (34 anni prima dell’inizio dei sintomi). Un gruppo di parametri, tra cui le rimanenti variabili esaminate nel CSF (la proteina beta-amiloide e la proteina tau fosforilata) e tutti i test cognitivi hanno dimostrato dei cambiamenti 10-15 anni prima dell’insorgenza dei sintomi. Un secondo gruppo di parametri, formato dalle dimensioni composte della forma del lobo temporale mediale, ha mostrato una differenza temporale di 6 anni tra il lato destro e il lato sinistro (rispettivamente nove e 3 anni prima dell’insorgenza dei sintomi). In conclusione questi risultati evidenziano quanto sia lungo il periodo di tempo, prima della comparsa dei sintomi, durante il quale si accumulano le proteine patologiche nell’encefalo dei pazienti con la AD. Alcuni dei risultati riscontrati, tra cui i primi cambiamenti nei processi cognitivi e la lateralità dei risultati della risonanza magnetica richiedono ulteriori indagini per chiarirne il significato.

Identifying Changepoints in Biomarkers During the Preclinical Phase of Alzheimer’s Disease

Laurent Younes, Marilyn Albert, Abhay Moghekar et al.

Front. Aging Neurosci., 02 April 2019

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnagi.2019.00074/full#h1

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