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2 gennaio 2020

Un nuovo esame del sangue potrebbe aiutare i pazienti anziani con commozione cerebrale ed un sanguinamento intracranico ad un corretto e tempestivo trattamento

1174_TBI

Il trauma cranico (TBI) è un problema medico significativo e vario che colpisce lattanti, adulti e anziani. La diagnosi accurata e tempestiva delle forme meno gravi di lesione, il TBI lieve (mTBI, chiamato anche commozione cerebrale), rimane una sfida significativa. Una diagnosi e una gestione appropriate richiedono spesso la tomografia computerizzata (CT) per rilevare lesioni intracraniche trattabili. Nei pazienti con sospetto mTBI, la frequenza dei risultati CT positivi è generalmente <10%, a dimostrazione della necessità di indicazioni più sensibili e specifiche. La proteina fibrillare acida della glia (GFAP) e l’ubiquitina carbossi-terminale esterasi L1 (UCH-L1) hanno recentemente ricevuto l'approvazione della Food and Drug Administration statunitense per il loro impiego predittivo nei casi di tomografia computerizzata (CT) anormale nei pazienti con trauma cranico lieve (mTBI). Tuttavia, le loro prestazioni nei pazienti anziani non sono state caratterizzate. Pertanto gli Autori di questo lavoro hanno voluto effettuare un'analisi post-hoc utilizzando i dati dello studio A Prospective Clinical Evaluation of Biomarkers of Traumatic Brain Injury (ALERT-TBI). Le variabili dei pazienti precedentemente registrate e i valori sierici di GFAP e UCH-L1 da pazienti con mTBI erano partizionati a 65 anni di età (qui indicato come ≥65, ad alto rischio; <65, a basso rischio). Gli Autori hanno cercato di valutare l'influenza dell'età sulla performance predittiva, sulla sensibilità e sul valore predittivo negativo (NPV) dei livelli sierici di UCH-L1 e GFAP per predire la lesione intracranica mediante CT.
I risultati hanno messo in evidenza che i pazienti con mTBI anziani costituivano il 25,7% della coorte di pazienti. La sensibilità e il NPV di GFAP / UCH-L1 sono stati del 100%, senza differenze significative rispetto ai pazienti più giovani. La specificità era significativamente più bassa nei pazienti anziani e diminuiva gradualmente con l'età avanzata. Rispetto ai pazienti più giovani, anche i pazienti anziani con mTBI senza alterazioni del quadro CT (ovvero normale) avevano anche una GFAP e una UCH-L1 significativamente più alta. Pertanto gli Autori concludono che la sensibilità e il NPV nel predire la lesione intracranica mediante TC erano quasi identici tra pazienti con mTBI più giovani e anziani. Decrementi nella specificità e aumento dei valori sierici suggeriscono che una attenzione speciale può essere giustificata per i pazienti anziani.

Predictive Performance of Traumatic Brain Injury Biomarkers in High-Risk Elderly Patients

Matthew D Ward, Art Weber, VeRonika D Merrill,

The Journal of Applied Laboratory Medicine, Volume 5, Issue 1, January 2020

https://academic.oup.com/jalm/article/5/1/91/5696621