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4 aprile 2018

Una nuova visione del processo di decodificazione della cellula

741_Decodificazione cellulare

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications, i ricercatori del National Institute on Drug Abuse (NIDA) Intramural Research Program (IRP) hanno individuato un ruolo più complesso ed elaborato per i recettori accoppiati alla proteina G (GPCR), che permette un progresso concettuale nei campi della biochimica e della farmacologia. Con oltre 800 membri nel genoma umano, i GPCR costituiscono la più grande famiglia di proteine coinvolte nei segnali di decodifica non appena entrano nella cellula e quindi adattano la funzione della cellula in risposta. Manipolare il modo in cui le cellule rispondono ai segnali è la chiave per lo sviluppo di nuovi farmaci. Sebbene i farmacologi abbiano studiato i GPCR per molti anni, il dibattito è rimasto aperto sulle modalità con le quali operano – sono unità isolate che si scontrano casualmente tra loro o si accoppiano per ricevere segnali? Gli scienziati NIDA concludono che i GPCR fanno parte di complessi macromolecolari pre-accoppiati molto elaborati. In poche parole, si comportano come piccoli dispositivi informatici che raccolgono ed elaborano in modo ottimale le informazioni che arrivano nella cellula, consentendo alle cellule di adattarsi e modificare la loro funzione. Questa straordinaria scoperta aprirà nuove strade per lo sviluppo di farmaci per il trattamento della dipendenza, del dolore e di altre condizioni, offrendo obiettivi più precisi con minori effetti collaterali. Lo specifico complesso macromolecolare esaminato in questo studio ha implicazioni terapeutiche non solo per la dipendenza, ma anche per il morbo di Parkinson e la schizofrenia.

Evidence for functional pre-coupled complexes of receptor heteromers and adenylyl cyclase

Navarro et al.

March 28, 2018, Nature Communications

https://www.nature.com/articles/s41467-018-03522-3