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30 maggio 2019

Le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere controllate sfruttando un meccanismo alternativo.

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La Candida albicans, l’agente responsabile delle infezioni delle mucose, ivi inclusa la candidosi orofaringea (OPC), così come di infezioni ematiche, sta diventando sempre più resistenti alle diverse opzioni terapeutiche. In assenza di nuovi farmaci, i ricercatori della Buffalo’s University e della Temple University hanno ideato un nuovo approccio a questo problema. Hanno messo a punto una alternativa al trattamento con antibiotici utilizzando un farmaco, già disponibili sul mercato, e capace, con la sottrazione di elementi nutritivi vitali per la sopravvivenza del fungo, di ridurre la sua proliferazione. In particolare, la C. albicans richiede la presenza di ferro nel proprio ambiente per la propria sopravvivenza e virulenza. In questo lavoro, i ricercatori hanno valutato l’impatto che poteva avere la limitazione della disponibilità del ferro impiegando il deferasirox (un agente chelante del ferro impiegato per il trattamento di pazienti con sovraccarico di ferro) in corso di OPC murina ed è stata valutata nei casi di C. albicans trattati con deferasirox l’interazione con le cellule epiteliali umane del cavo orale (OE), con i neutrofili e i peptidi antimicrobici. Il trattamento con deferasirox ha ridotto significativamente i livelli di ferro presenti nella saliva, mentre è stata osservata una riduzione non significativa del carico fungino. Il trattamento di due giorni ulteriori ha comportato una significativa riduzione del numero di C. albicans CFU (Unità Formanti Colonie) per grammo di tessuto della lingua, una significativa riduzione dei livelli di ferro salivari, ed una significativa riduzione dell’infiammazione mediato dai neutrofili. I campioni di C. albicans ottenuti dalla lingua degli animali sottoposti a trattamento preventivo hanno dimostrato una espressione differenziale di 106 geni, inclusi quelli coinvolti nel metabolismo del ferro, nell’adesione, e nella risposta immunitaria innata all’ospite. Inoltre, le cellule di C. albicans trattate con deferasirox avevano una riduzione di 2 volte nella sopravvivenza all’interno dei fagosomi dei neutrofili (con una maggiore suscettibilità allo stress ossidativo) e una ridotta adesione e capacità di invasione delle cellule OE in vitro. In conclusione, il trattamento con deferasirox può potenzialmente ridurre la OPC agendo sull’espressione genica della C. albicans e riducendo la virulenza.

Iron Chelator Deferasirox Reduces Candida albicans Invasion of Oral Epithelial Cells and Infection Levels in Murine Oropharyngeal Candidiasis

Sumant Puri, Rohitashw Kumar, Isolde G. Rojas,et al.

Antimicrobial Agents and Chemotherapy Mar 2019, 63 (4)

https://aac.asm.org/content/63/4/e02152-18

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